Mondiale 2026: le tensioni geopolitiche mettono a rischio le città americane designate

09/27/2025

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Il Campionato del Mondo FIFA 2026, la prima edizione a condividere tre nazioni – Stati Uniti, Messico e Canada – si trova al centro di una crescente incertezza geopolitica. Il conflitto tra Israele e Palestina, che ha riacceso le tensioni internazionali, ha spinto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a lanciare un avviso di massima sicurezza per le città ospitanti.

Le dichiarazioni di Donald Trump

Durante una conferenza stampa, il presidente ha sottolineato la necessità di garantire la protezione dei tifosi e degli atleti, affermando: «Se ritengo che non sia sicura, la sposteremo in un’altra città». Tale dichiarazione, seppur generica, ha immediatamente sollevato dubbi sulla capacità delle autorità locali di gestire potenziali minacce.

Le 11 città statunitensi designate – Seattle, San Francisco, Atlanta, Boston, Dallas, Houston, Los Angeles, Kansas City, Miami, New York/New Jersey e Philadelphia – sono state scelte per la loro infrastruttura sportiva e la capacità di accogliere grandi folle. Tuttavia, ognuna di esse si trova in una regione con differenti livelli di rischio percepito, dal rischio di proteste alle preoccupazioni legate a possibili attacchi terroristici.

Un contesto storico di preoccupazioni per la sicurezza

Il tema della sicurezza non è nuovo nelle manifestazioni sportive internazionali. Già nel 1998, la Coppa del Mondo in Francia fu segnata da attentati terroristici, mentre il Mondiale 2002 in Corea del Sud e Giappone fu oggetto di misure di sicurezza senza precedenti dopo gli attacchi dell’11 settembre. Queste esperienze hanno spinto la FIFA a sviluppare protocolli più stringenti, ma la decisione di spostare una partita resta una prerogativa dei Paesi ospitanti.

Nel caso specifico del 2026, la FIFA ha dichiarato che la sicurezza è una priorità assoluta e che collaborerà strettamente con le autorità statunitensi, canadesi e messicane per valutare ogni possibile scenario.

Possibili scenari e impatti logistici

  • Ridistribuzione delle partite: uno spostamento potrebbe comportare la necessità di riorganizzare gli orari di trasporto, gli alloggi e le vendite di biglietti, con un impatto economico rilevante per le città coinvolte.
  • Effetti sul turismo: le città che perdono una partita rischiano una diminuzione dei flussi turistici previsti, mentre le destinazioni alternative dovrebbero prepararsi a un afflusso improvviso di visitatori.
  • Reazioni dei fan: i sostenitori, soprattutto quelli provenienti da nazioni in conflitto, potrebbero decidere di non partecipare, riducendo la partecipazione globale al torneo.

Al momento, l’organizzazione del Mondiale 2026 non ha annunciato modifiche concrete al calendario. Tuttavia, le parole del presidente Trump hanno introdotto una nota di cautela che i responsabili del torneo non potranno ignorare.

Conclusioni provvisorie

Il futuro del Mondiale 2026 resta incerto finché le tensioni internazionali non si attenueranno. Le autorità sportive dovranno bilanciare la sicurezza con gli impegni contrattuali e le aspettative dei tifosi. La vigilanza rimane alta, ma l’evento non è ancora a rischio di cancellazione.

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