Il Torino ha iniziato la stagione 2023‑24 con il botto più amaro possibile: una sconfitta per 5‑0 contro il Napoli nella prima giornata di Serie A. Il risultato, registrato il 20 agosto allo Stadio Diego Armando Maradona, ha immediatamente innescato una tempesta mediatica e una forte pressione sui vertici del club.
Un esordio che ricorda gli inizi più difficili
Il 5‑0 di Napoli non è la prima volta che il Toro subisce una disfatta di tale portata. Già nel 2002, la squadra di Torino fu travolta per 5‑0 dal Milan, e più recentemente, nella stagione 2020‑21, il risultato contro l’Inter (4‑0) aveva già alimentato le voci di un possibile cambio di panchina. Questi precedenti dimostrano quanto il club sia sensibile a risultati clamorosi, soprattutto nelle prime tappe.
Le proteste dei tifosi e la reazione della dirigenza
Il pubblico torinese, tradizionalmente appassionato, ha espresso il proprio dissenso con cori e manifestazioni fuori dallo stadio, chiedendo un intervento immediato. Le proteste hanno spinto la società a valutare la possibilità di un cambio di allenatore, con il nome di Baroni che ora è al centro di una discussione accesa.
Il futuro di Baroni e le ipotesi di sostituzione
Il tecnico, che ha avuto poco tempo per impiantare il suo progetto, dovrà dimostrare rapidamente di saper invertire la rotta nella seconda giornata contro la Fiorentina. Se il risultato non dovesse migliorare, la società potrebbe ricorrere a uno dei nomi più citati dal mercato:
- Thiago Motta – ex centrocampista del PSG, attualmente alla guida del Bologna;
- Luciano Spalletti – veterano della Serie A, attualmente al Napoli;
- Gabriele Vanoli – giovane allenatore in crescita, attuale tecnico del Crotone.
Come ha commentato un dirigente del club: ‘Non è un lavoro “facile” quello degli allenatori dal punto di vista delle pressioni, soprattutto in Italia’. La frase sintetizza la realtà di un ruolo dove la pazienza dei tifosi è spesso limitata.
Il contesto storico delle dimissioni in Serie A
Nel panorama italiano, i primi mesi di campionato sono stati tradizionalmente il periodo in cui numerosi allenatori hanno perso il posto. Dal 2010 al 2020, più del 30% dei tecnici ha subito l’esonero entro le prime due giornate, dimostrando come la cultura del risultato immediato sia radicata nel calcio nazionale.
Resta quindi da vedere se Baroni riuscirà a ribaltare la situazione contro la Fiorentina, o se la dirigenza torinese deciderà di puntare su un nuovo volto per tentare di riscrivere la storia di una squadra che, nonostante le difficoltà, sogna di tornare ai vertici del calcio italiano.